Giorni della Merla

I protagonisti di questa storia sono un merlo, Pasquino, una merla, Nerea e i loro tre figlioletti: Verina, Podino e Sirino. La bella famigliola era arrivata in città verso la fine dell’estate e aveva sistemato il nido su un alto albero nel cortile di un palazzo del quartiere Porta Nuova. Lì si erano sistemati bene, ma l’inverno era arrivato presto e il freddo era gelido e pungente; per questo Nerea, un giorno, disse a Pasquino: “Il freddo è troppo e la neve è tanta: i nostri piccoli moriranno! Dobbiamo cercare un altro rifugio”. Così, Pasquino, dopo aver perlustrato la zona, decise di sistemare il nido sotto una grondaia al riparo dalla neve che in quell’anno era particolarmente abbondante. Ogni giorno Pasquino e Nerea si davano il turno per mettersi alla ricerca di cibo per i loro piccoli. Ma era molto difficile perché il gelo aveva congelato e irrigidito ogni cosa e la neve copriva ogni piccola briciola. Fu così che un giorno il merlo Pasquino decise di volare nei paesi vicini a Milano, deciso a trovare un rifugio più caldo per la sua famiglia e disse a Nerea: “Volerò ai confini della città, per trovare un posto più accogliente per noi e i nostri piccoli!”. Intanto, continuava a nevicare e così la merla Nerea, per proteggere i merlottini intirizziti dal freddo e sofferenti per la fame, decise di spostare il nido su un tetto vicino, dove fumava il comignolo di un camino da cui proveniva un po’ di tepore. Il freddo gelido e tenace durò tre giorni: il 29, il 30 e il 31 gennaio. Quando, dopo questi tre giorni, tornò il merlo Pasquino, quasi quasi non riconosceva più la moglie e gli amati figlioletti perchè erano diventati tutti neri per il fumo che usciva dal comignolo del camino! Il primo giorno di febbraio fece capolino un pallido sole e uscirono tutti dal nido invernale; anche il capofamiglia Pasquino si era scurito tutto perché aveva dormito tutta la notte abbracciando teneramente i suoi piccoli e la sua amata Nerea. Da allora, i merli nacquero tutti neri; i merli bianchi diventarono un’eccezione! Fu così che gli ultimi tre giorni di gennaio, che di solito sono i più freddi, furono detti i “tre giorni della merla”, per ricordare l’avventura di questa famigliola di merli milanesi.
i Giorni della Merla sul Blog de LaMela
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29-30-31 Gennaio, i “giorni della Merla” secondo una antica leggenda corrispondono al periodo piĂą freddo dell’anno.
In provincia di Cremona sono il 30, 31 gennaio e 1Âş febbraio.
La leggenda narra che :"durante un inverno molto duro, proprio negli ultimi giorni di Gennaio, i merli, che all'epoca erano bianchi come la neve, per cercare riparo dal freddo pungente si dovettero rifugiare all'interno dei comignoli, diventando tutti neri."

a MILANO LA STORIA DEI GIORNI DELLA MERLA è così:

I protagonisti di questa storia sono un merlo, Pasquino, una merla, Nerea e i loro tre figlioletti: Verina, Podino e Sirino. La bella famigliola era arrivata in città verso la fine dell’estate e aveva sistemato il nido su un alto albero nel cortile di un palazzo del quartiere Porta Nuova.

Lì si erano sistemati bene, ma l’inverno era arrivato presto e il freddo era gelido e pungente; per questo Nerea, un giorno, disse a Pasquino: “Il freddo è troppo e la neve è tanta: i nostri piccoli moriranno! Dobbiamo cercare un altro rifugio”.
Così, Pasquino, dopo aver perlustrato la zona, decise di sistemare il nido sotto una grondaia al riparo dalla neve che in quell’anno era particolarmente abbondante. Ogni giorno Pasquino e Nerea si davano il turno per mettersi alla ricerca di cibo per i loro piccoli.
Ma era molto difficile perché il gelo aveva congelato e irrigidito ogni cosa e la neve copriva ogni piccola briciola.

Fu così che un giorno il merlo Pasquino decise di volare nei paesi vicini a Milano, deciso a trovare un rifugio più caldo per la sua famiglia e disse a Nerea: “Volerò ai confini della città, per trovare un posto più accogliente per noi e i nostri piccoli!”.
Intanto, continuava a nevicare e così la merla Nerea, per proteggere i merlottini intirizziti dal freddo e sofferenti per la fame, decise di spostare il nido su un tetto vicino, dove fumava il comignolo di un camino da cui proveniva un po’ di tepore.

Il freddo gelido e tenace durò tre giorni: il 29, il 30 e il 31 gennaio. Quando, dopo questi tre giorni, tornò il merlo Pasquino, quasi quasi non riconosceva piĂą la moglie e gli amati figlioletti perchè erano diventati tutti neri per il fumo che usciva dal comignolo del camino!

Il primo giorno di febbraio fece capolino un pallido sole e uscirono tutti dal nido invernale; anche il capofamiglia Pasquino si era scurito tutto perchĂ© aveva dormito tutta la notte  abbracciando teneramente i suoi piccoli e la sua amata Nerea.

Da allora, i merli nacquero tutti neri; i merli bianchi diventarono un’eccezione!
Fu così che gli ultimi tre giorni di gennaio, che di solito sono i più freddi, furono detti i “tre giorni della merla”, per ricordare l’avventura di questa famigliola di merli milanesi.

la leggenda IN CAMPANIA

Campania, vuole il “litigio” tra i merli ed il mese di gennaio.
Nell’antico calendario romano il mese di Gennaio aveva solo 29 giorni.
Una merla stufa di prendere freddo ogni volta che andava in cerca di cibo per i suoi piccoli, decise di fare scorte per tutto il mese, e allo scadere del tempo uscì dal nido. Ecco allora che Gennaio, cattivo e dispettoso, decise di chiedere in prestito tre giorni a Febbraio – che all’epoca pare avesse 31 giorni – per attaccare con tutto il freddo che potè la povera merla, alla quale non restò che un’unica via di salvezza, un caldo comignolo dove ripararsi. Purtroppo quando il terzo giorno la merla uscì dal comignolo, la fuliggine aveva trasformato il suo candido piumaggio in un nero brillante.

il CANNONE NERO Piemontese

In Piemonte la leggenda è un po’ diversa e non parla di merli, merle e uccelli vari.
In questa leggenda, si parla di un pesante cannone nero, per questo chiamato “la merla”, che alcuni soldati piemontesi dovevano spostare sull’altra riva del Po.
Era gennaio, il fiume era in piena e la forte corrente impediva la costruzione di un ponte di barche che permettesse il trasbordo.
Solo il gran freddo degli ultimi tre giorni di gennaio e l’impressionante gelata consentirono ai soldati di trascinare il pesante pezzo di artiglieria sul fiume ghiacciato fino all’altra sponda.
Così, per ricordare l’impresa, divennero i giorni della merla. 

I giorni della Merla e le previsioni climatiche:

La tradizione vuole che in base al freddo dei giorni della merla, si possano “leggere” le previsioni e l’andare delle stagioni: se in quei tre giorni il tempo sarà clemente, la primavera tarderà ad arrivare e non sarà così fiorente; invece, se i giorni della merla sono terribilmente freddi, la primavera sarà bella e arriverà presto.

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Pubblicato da LaMela777

Sono una blogger diversamente agiata in un mondo palesemente disagiato. Ho un master in "LaQualunque" all'universitĂ  della vita. Un mio difetto? Li ho tutti!

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